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martedì 11 aprile 2017

RECENSIONE de "IL PERMESSO - 48 ORE FUORI"

Risultati immagini per il permesso - 48 ore fuoriIL PERMESSO - 48 ORE FUORI di Claudio Amendola


sceneggiatura: 4
fotografia: 7
regia: 5
interpretazione degli attori: 6,5
trama: 6,5
ritmo: 6


Abbiamo recentemente parlato del buon periodo del cinema italiano (in questo articolo sui David di Donatello - http://lapinacotecadeisogni.blogspot.it/2017/03/premi-david-di-donatello-2017.html), e oggi andremo proprio ad analizzare un film tutto made in Italy: "Il permesso - 48 ore fuori", nato da un idea di Giancarlo De Cataldo, diretto da Claudio Amendola e interpretato dallo stesso regista con Luca Argentero, Giacomo Ferrara e la bellissima Valentina Bellè. 


Claudio Amendola, al suo secondo film da regista (dopo "La mossa del pinguino"), ci racconta una storia contorta, suddivisa in quattro episodi paralleli. Protagonisti di questi quattro episodi, sono altrettanti attori: Donato (Luca Argentero), Luigi (Claudio Amendola), Angelo (Giacomo Ferrara) e Rossana (Valentina Bellè); tutti e quattro sono detenuti del carcere di Civitavecchia, e tutti e quattro hanno ottenuto un permesso di 48 ore di libertà, al termine del quale dovranno ritornare tra le sbarre, altrimenti verranno immediatamente considerati degli evasi in latitanza. Da qui comincia a diramarsi la storia di ogni personaggio, che, in sole 48 ore, dovrà recuperare il tempo perso in carcere, riallacciare rapporti e reinserirsi in una società che ormai li ha messi al bando. 

Risultati immagini per il permesso - 48 ore fuori

Premettendo che di per sé la trama non è particolarmente convincente, speravo almeno di trovare uno svolgimento compatto e avvincente, che riuscisse a tenere alta la tensione e l'attenzione coinvolgendo lo spettatore... ma così non è stato: sceneggiatura , decisamente troppo forzata e stucchevole. Rovina quasi sempre una storia che sulla carta sarebbe potuta essere interessante, ma che alla fine soccombe, schiacciata dal peso di uno svolgimento instabile. Pessimi gli scambi di battute, mai incisivi o profondi, sempre forzati e a tratti imbarazzanti e ridicoli (stereotipi di loro stessi)... non ne salvo uno. Non danno peso alla storia, ma creano solo una dannosa e orribile patina di inadeguatezza che macchia tutto il film. Da una sceneggiatura che riesce a malapena a dare una caratterizzazione dei protagonisti (che in un film di questo genere è ancora più fondamentale del solito), non ci si aspetta certo un salto di qualità, ma speravo che almeno la narrazione fosse più fluida, dinamica e incisiva... speranze, purtroppo, vane. Narrazione sterile, spenta, approssimativa e scostante; non mi ha mai convinto, dall'inizio alla fine. Non riesce a sviluppare le quattro storie come meriterebbero e si limita a raccontarle in modo confusionario e incompleto. Peccato davvero, perché l'idea di partenza non era affatto male, e nemmeno il risultato finale è del tutto osceno e inguardabile, per fortuna qualcosa si riesce a salvare, ma se manca una base solida diventa assai difficile costruirci sopra un buon film. 

Sono ottime, per esempio, le ambientazioni scelte: sempre azzeccate e di grande impatto. Buona la fotografia (purtroppo non supportata da un altrettanto valida regia) che conserva intatto il colore sbiadito della periferia, quello cupo del crimine e quello vitale delle emozioni. Una fotografia fatta di spietati chiaroscuri che danno vita ad un atipico western metropolitano; apprezzabile anche l'impegno profuso verso un genere non facile, che in Italia vanta gradi precedenti come Gomorra, Romanzo Criminale e Suburra. Sicuramente è stata tratta notevole ispirazione da questi filmoni, ma devo ammettere che la chiave di lettura di Amendola è comunque originale e molto interessante. Interessante perché ci offre un'insolita prospettiva della criminalità, ovvero quella più personale e intima, caratterizzata da debolezze, fragilità e insicurezze, che accompagnano la nostra esistenza. Tutti e quattro i protagonisti sono messi a nudo difronte alle loro emozioni, ed è interessante scoprire come ognuno li loro reagirà alle vicessitudini che lo attendono una volta libero. In sole 48 ore di libertà dovranno dunque affrontare, con tutte le loro forze e a loro insaputa, quei problemi della loro vita che avevano lasciato fuori dalla galera. Ciò che accomuna tutti i personaggi nel loro percorso è l'amore, una presenza costante e fondamentale nella vita di tutti. C'è chi questo amore non lo trova ed è disposto a tutto pur di riabbracciarlo (Donato); c'è chi questo amore lo trova, ma in gravissimo pericolo (Luigi); e c'è chi questo amore, invece, ancora non lo conosce, ma presto lo incontrerà (Angelo e Rossana).



Risultati immagini per il permesso - 48 ore fuoriPassando agli attori, prove discrete, sicuramente non facili. Sono tutti in profonda empatia con il loro personaggio, ma forse esagerano un po' con la caratterizzazione, risultando spesso forzati e fin troppo teatrali. Interpretazione che vengono oltremodo spinte all'estremo per ottenere la massima intensità emotiva, che però è inversamente proporzionale alle forzature. L'emozione non si cerca, l'emozione si vive... non si crea su misura, ma si ottiene... un'emozione si percepisce in sé e non per sé. E purtroppo di emozioni non me ne sono arrivate molte, anzi. Riconosco, però, l'incredibile sforzo interpretativo di Luca Argentero, il talento di Valentina Bellé, la simpatia contagiosa di Giacomo Ferrara e l'efficace azzeramento emotivo di Claudio Amendola. Non hanno sicuramente sfigurato, e, forzature e stereotipi a parte, hanno saputo dar vita a dei personaggi molto intensi e profondi. 

Tirando le somme, è un film mediocre che non riesce mai ad alzare l'asticella, rimanendo intrappolato tra le pieghe di una sceneggiatura insufficiente, di una regia che non ha saputo valorizzare il contesto scenico e l'impatto emotivo, e di un andamento ritmico incostante. E' però un film che racconta storie difficili, di una periferia più vicina di quanto pensiamo, e ha il grande merito di farlo senza compromessi o mezze misure. Si è dimostrato un film coraggioso e non è sprofondato nel pantano di un'ipocrisia cinematografica dilagante. Era un progetto molto ambizioso e difficile da orchestrare, e alla fine il risultato, pur deludendo un po' le aspettative, non è poi così tremendo. 

VOTO 5,5











martedì 4 aprile 2017

RECENSIONE de "LA BELLA & LA BESTIA"

Risultati immagini per la bella e la bestia 2017 LOCANDINALA BELLA e LA BESTIA di Bill Condon


sceneggiatura: 7
fotografia: 8
regia: 8
interpretazione degli attori: 8
trama: 7
ritmo:7


Dopo il lungometraggio animato del 1991, la Disney, dopo 26 anni, torna a raccontare una delle storie più magiche e romantiche di sempre, e questa volta lo fa con un film vero e proprio. Gli incassi parlano chiaro: è un successo mondiale. In Italia mantiene saldamente il primo posto al box office con circa 17 milioni e 700 mila € di incasso.


La storia la conosciamo tutti, spero. Ambientata nel settecento, nel cuore della Francia, racconta l'impossibile amore tra Belle ( Emma Watson) e la bestia ( Dan Stevens), un amore che dovrà avere la forza di spezzare il terribile incantesimo che ha condannato il giovane principe. Una storia ricca di emozioni, di imprevisti, di magia  e di amore, tanto amore. Una storia che grazie alla sua bellezza riesce sempre ad affascinare grandi e piccini. 

Risultati immagini per la bella e la bestia 2017 immaginiPremetto che inizialmente ero tutt'altro che convinto di andarlo a vedere al cinema, non è proprio il mio genere, e non è stata certo una mia scelta... ma ho dovuto cedere alle pressioni, e poi per la Watson ci si può anche sacrificare dai. Alla fine eccomi lì, volente o nolente, seduto in sala ad aspettare l'inizio della proiezione; parecchio prevenuto, ma anche un po' incuriosito. Comincia il film... 

Devo ammettere che mi sono ricreduto, e non poco. Film davvero ben fatto, molto godibile e di pregevole fattura. Non particolarmente originale, ma forse è un bene, e sempre molto elegante. Elegante soprattutto la regia di Bill Condon, che ci ha offerto uno scenario incantevole dai tratti meravigliosamente fiabeschi. Questo connubio tra cinema e fiaba è stato inserito ottimamente nella trama: c'è un buon equilibrio tra la teatralità romanzesca e i ritmi cinematografici, tra le ambientazioni da film d'animazione e le sequenze da film impegnato, tra la parte più giocosa e irriverente e la parte più intensa ed emotiva, tra gli attori veri e i personaggi ricostruiti. Insomma, è un film che vive di equilibri non facili da gestire, ma che riesce a dimostrarsi all'altezza. Questo grazie alla regia, ma anche ad una straordinaria scenografia e ad buona sceneggiatura, che mantiene la dinamicità narrativa ad alti livelli e che si prende sempre sul serio. Questo fatto mi ha colpito molto: è un film ispirato ad un cartone animato, a sua volta ispirato ad una fiaba per bambini, che però cerca sempre di non perdere la sua credibilità... mantiene sempre una forte tensione emotiva e non lascia nulla in sospeso. Poi sulla sceneggiatura c'è poco da aggiungere, perché la storia di per sé ha un fascino irresistibile, e sarebbe molto più difficile adattarla male. Qui gli sceneggiatori Evan Spiliotopoulos e Stephen Chbosky (così come il regista) si attengono molto alla versione del 1991, cercando in tutti i modi di riproporre la straordinaria magia del cartone animato ( e fanno bene, perché è un capolavoro), e hanno il merito di aggiungere qualche sequenza in più (per esempio quelle attorno alla figura del padre di Belle e della morte della madre) e di dare maggior importanza ai personaggi secondari ( come Le Tont, che ho apprezzato tantissimo), e poi sono state aggiunte un paio di canzoni nuove, che hanno rinforzato il lato musical del film. In generale canzoni e coreografie sono state ben inserite nel tessuto narrativo (forse qualche adattamento dei testi è stato un troppo forzato), ma ammetto che qualche volta le ho trovate un po' pesanti. Fuori discussione, però, l'altissimo valore artistico di queste scene, che rappresentano uno dei punti cardine del film. Tanto lavoro, tanta dedizione e tanta bravura si celano dietro queste parti corali, grazie alle quali possiamo capire l'incredibile sforzo di produzione per far in modo che tutto (dai costumi alle comparse) fosse in perfetta armonia.  

Risultati immagini per la bella e la bestia 2017La domanda che sorge spontanea a questo punto è: sono riusciti a dar vita ad un film degno del precedente? La risposta, a mio avviso è , ma va spiegata per bene, perché chiaramente non sono tutte rose e fiori. Partendo ad analizzare gli aspetti positivi, è doveroso soffermarsi un attimo sugli effetti speciali: già nel '91 la spettacolarità visiva era buona, ma con questo film è stato fatto davvero un eccellente lavoro, e il risultato finale è visivamente meraviglioso. Gli effetti speciali sono magistralmente ponderati e le ricostruzioni sceniche sono incantevoli, tutte. Ottimo lavoro.

Risultati immagini per la bella e la bestia 2017 CASTAltro punto di grande forza è il cast. Emma Watson nei panni di Belle è davvero brava. Riesce a manifestare la forza, la determinazione, la fragilità e l'emotività della giovane ribelle. Il personaggio le calza a pennello e lei è abilissima ad interpretarlo al meglio, con raffinatezza, irriverenza, empatia, intensità e tanta, tanta, tanta bellezza. Piacevolissime sorprese di grande talento: Luke Evans nei panni dell'antagonista Gaston, e Josh Gad nei panni di un goliardico ed omosessuale LeTont (due personaggi che insieme funzionano a meraviglia). Omosessualità in un film Disney? Ebbene sì, giusto un accenno, ma c'è per davvero. Condon ha voluto, infatti, inserire qualche chicca di novità e ha reso la storia un po' più contemporanea, raccontando un piccolo siparietto omosessuale e inserendo alcuni personaggi di colore, rompendo così gli schemi estremamente occidentalizzati della tradizione, senza cadere nella forzatura, ma solo con un accenno. A mio avviso, però, il punto di maggior forza è l'universalità del racconto. E' una storia di fantasia, ambientata in un '700 surreale, all'interno di un mondo fiabesco, ma i messaggi che porta con sé sono universali e senza tempo. Sono messaggi più attuali che mai; messaggi che fanno riflettere e che prendono il sopravvento su tutto il resto: amare oltre le apparenze, amare oltre ogni confine, essere liberi, avere fiducia e non perdere mai la speranza... prima o poi il nostro momento arriverà. Non smetteremo mai di aver bisogno di tutto questo, e riuscire a ricostruire una storia, ormai abbastanza agée, senza smarrire la sua potenza contenutistica è davvero un grande merito. Ora, al di là di qualunque errore o imperfezione, o di qualunque critica che si potrebbe fare, come si può non essere rapiti dalla bellezza di questa storia? sono partito con tanti pregiudizi in testa, lo ammetto, e comunque alcune critiche da fare le avrei, ma ho capito che molte volte l'intento di un film va decisamente oltre la perfezione stilistica, e punta sul contenuto... io in questo caso la spinta emotiva l'ho percepita e mi ha decisamente colpito nel profondo, quindi perché concentrarsi sui piccoli difetti? forse, ogni tanto, è meglio mettere da parte la presuntuosa minuziosità da grandi critici, e lasciarsi trasportare dalla magia del cinema... vi assicuro che per godersi un film è la cosa migliore. Nessuno è perfetto, altrimenti sapete che noia?!

Non siete ancora convinti che meriti una possibilità? Beh, se gli sfarzosi numeri musicali non fossero abbastanza accattivanti, le scenografie abbastanza incantevoli, la storia sufficientemente intensa e coinvolgente, e gli attori abbastanza bravi... non preoccupatevi, rimarrete sicuramente affascinati dalla sua spettacolarità visiva e, come per magia, sarete catapultati in un meraviglioso vortice di piacevoli ricordi e romantica nostalgia, che vi farà stare bene per almeno un paio d'ore, e vi farà vivere un’avventura intramontabile che insegna ad amare nonostante tutto.

VOTO 8