Posso
affermare con grande soddisfazione che nell'ultimo periodo il blog ha
ottenuto un buon incremento di visualizzazioni e la cosa mi stimola
molto ad andare avanti sempre al meglio. Dopo un mese di quasi totale
inattività, in cui avevo quasi perso la voglia, sono tornato a
scrivere; prima sui Premi Oscar e poi sui David di Donatello,
trovando un ottimo riscontro di lettori. Adesso però mi sento in
dovere di recuperare in qualche modo quel mese perso, anche perché
proprio in quel periodo sono usciti molti dei film che hanno
trionfato agli Oscar e che meritano quindi una maggior attenzione.
Non posso far finta di nulla.
In
questo articolo allora torneremo indietro di qualche settimana e
parleremo di questi grandi protagonisti del panorama cinematografico.
Per non discriminare nessuno ho voluto adottare un metodo oggettivo:
parleremo dei film che hanno vinto almeno due Oscar. I
fantastici quattro che incontreremo sono: La la land,
Moonlight, Manchester by the sea e La battaglia di Hacksaw Ridge.
-Partiamo
con l'assoluto vincitore di questa edizione: La la land,
che con le sue sei statuette merita di aprire le danze. L'acclamato
musical di Damien Chazelle ha convinto critica e
pubblico, c'è chi però non riesce proprio a digerirlo. A me è
piaciuto molto. Ecco i miei voti.
sceneggiatura:
8
fotografia:
9
regia:
9,5
interpretazione
degli attori: 8
trama:
7
ritmo:
6
Film
tecnicamente di alto valore; Chazelle è straordinario e
ci offre una regia magica, raffinata e dalle meravigliose sfumature
poetiche d'altri tempi. Il suo stile unisce freschezza e dinamicità
con una delicata eleganza e un grande rispetto verso il cinema del
passato. La sua maestria è evidente in ogni
sequenza del film, ad ogni cambio inquadratura, e non è mai banale.
Ben riuscite anche le parti prettamente dedicate al musical, che sono
decisamente una minoranza, rivelatesi molto efficaci, di grande
impatto e di pregevole fattura. Devo però ammettere che la
sceneggiatura non è impeccabile come la regia, qualche errore l'ha
commesso, soprattutto nella costruzione della trama che talvolta si
perde in se stessa e si dimentica di chiarire alcuni passaggi e altre
si addormenta in scene superflue e fin troppo dettagliate; questo va
ad intaccare la fluidità del ritmo, che, a mio avviso, è
decisamente scostante: il film non annoia, ma in diversi
punti perde di intensità e di efficacia narrativa, elementi che
compromettono una godibilità più completa. La sceneggiatura è
comunque molto godibile e sviluppa bene la storia e i personaggi,
offrendoci una commedia musicale romantica, innovativa ed emozionante.
Sono
ottime le interpretazioni di Emma Stone e Ryan
Gosling, applaudite a livello globale. Molto empatici, tra di
loro e con il pubblico; molto credibili e soprattutto molto bravi. La
performance della Stone, a mio avviso, è nettamente superiore
rispetto a quella del suo partner, ma anche lui ha saputo difendersi
bene. Riescono a lasciare una loro forte impronta sui personaggi, che
funzionano a meraviglia dall'inizio alla fine.
E'
un film che rispolvera egregiamente un genere tanto caro al passato
come quello del musical, e lo fa senza cadere nella mediocrità o
nell'imitazione, ma regalandoci un grande spettacolo e una bella
storia. E' un film dai tratti fiabeschi, che omaggia il cinema
d'altri tempi mantenendo sempre la sua modernità. E' un film che si
racconta con il cuore e che riesce ad emozionare, ma che non perde
mai la sua cura al dettaglio. E' un film di alto valore che merita di
essere visto; anche se il musical non è un genere per tutti, La la land riesce a superare questo limite.
Ma
c'è una domanda che tutti ci siamo posti: è veramente Ryan
Gosling a suonare il pianoforte? La risposta è si! Gosling
si è applicato molto per evitare di ricorrere ad una controfigura e
ha studiato intensamente pianoforte per mesi (precisamente quattro
ore al giorno per tre mesi), riuscendo a girare in autonomia le
sequenze al piano. Chiaramente la musica che sentiamo nel film non è
suonata veramente dall'attore, ma registrata dal pianista Randy
Kerber, però è da apprezzare il grande impegno di Gosling, che non
ha cercato scorciatoie.
-Secondo
film più premiato: "Moonlight" di Barry
Jenkins, che si è portato a casa (con sorpresa finale) tre
Oscar su ben otto nomination. Ecco i miei voti:
sceneggiatura: 7
fotografia: 9
regia:
7
interpretazione
degli attori: 9
trama:
8
ritmo:
7
Capolavoro...
sfiorato. I presupposti c'erano tutti: tematiche di altissimo
spessore, un ottimo cast, la rivincita del cinema afro-americano, un
regista e sceneggiatore molto promettente... ma purtroppo alcuni
errori sono stati commessi e hanno in parte compromesso il risultato
finale, che è comunque eccellente.
Partiamo,
infatti, col dire che è un ottimo film, un gioiellino: Jenkins
non delude e offre una regia di alto livello. Perfetta l'intesa con
il direttore della fotografia, grazie alla quale sono riusciti a dar
vita ad una Miami diversa dal solito, lontana dagli
eccessi della sua mondanità ( già vista e rivista), e ci hanno
mostrato la città nelle sue sfumature più nostalgiche, crepuscolari
e poetiche. Di grande impatto e molto in sintonia con la storia. In
sintonia perché le ombre nascoste di questa insolita Miami si
uniscono alle ombre nascoste dei personaggi e
della trama. E questa alchimia funziona a meraviglia, riuscendo a
regalare una grande intensità emotiva a tutto il film. Dal punto di
vista contenutistico, poi, troviamo un'ottima sceneggiatura,
che sviluppa accuratamente una storia molto difficile e tormentata;
caratterizza bene i suoi personaggi ( e non solo i protagonisti, cosa
assai rara), che durante il film affrontano un percorso di
maturazione, intenso e spietato. Potremmo quindi definirlo
un film di formazione, perché accompagna lo spettatore,
con garbo, ma allo stesso tempo con grande durezza, attraverso un
travagliato cammino di evoluzione, e gli trasmette una forte
empatia con i protagonisti. Questo anche grazie
alle straordinarie interpretazioni di tutti gli
attori: Mahershala Ali e Naomie Harris su
tutti; incantevoli. La grossa pecca, però ( e lo dico con
profondo rammarico), è che spesso e volentieri il film cade in
deleteri luoghi comuni, in facili trappole moraliste e in fastidiosi
cliché. E' soprattutto questo che non gli consente di arrivare
ad essere considerato un vero capolavoro: la tendenza allo stereotipo
e al "già visto". Bisogna dire che è comunque tutto
magistralmente studiato e ben inserito nel tessuto narrativo, senza
sbavature o forzature, ma è pur sempre una caratteristica molto
discutibile, che appesantisce le ambizioni di questo film e non
riesce a fargli spiccare completamente il volo. Storia comunque molto
interessante, potente e delicatamente violenta. Film che al di là di
alcuni grossi limiti, riesce a far emozionare e riflettere.
-Passiamo
adesso al film di Mel Gibson, vincitore di due
statuette: La battaglia di Hacksaw Ridge. Ecco i miei
voti:
sceneggiatura:
6,5
fotografia:
8
regia:
8
interpretazione
degli attori: 7,5
trama:
7
ritmo:
7
Mel
Gibson ci regala un gran bel film: ben strutturato e tecnicamente
perfetto.
La
sua regia è molto buona. Riesce sempre ad essere dinamica e
incisiva, non perde di ritmo e di spettacolarità. Meravigliose le
inquadrature a campo lungo e lunghissimo, che mostrano bene le varie
ambientazioni del film, e ben ponderato l'uso dei primi piani e dei
primissimi piani, finalizzati ad aumentare il livello emotivo
dell'azione scenica. Gibson molto abile, ma forse un po'
troppo tradizionalista... non osa mai più di tanto.
Sceneggiatura
dai due volti: da una parte mantiene una grande intensità
narrativa, che non si perde mai durante il percorso, e
soprattutto riesce bene a sviluppare la storia senza affossarla nel
patetismo o nella sterile retorica; dall'altro, però, troviamo una
narrazione spesso stucchevole, ad altissimo contenuto di cliché e
infarcita di luoghi comuni, e uno sviluppo dei personaggi appena
abbozzato. E' quindi un film sulla carata molto potente, che però
troppo spesso cade nella mediocrità. Se Gibson tecnicamente ci
regala un'ottimo spettacolo, a livello di contenuti rimane
inaspettatamente troppo misurato.
Oltre
a non sviluppare nessun personaggio, al di là del protagonista, non
si preoccupa nemmeno di contestualizzare la vicenda narrata: la
tremenda vita da trincea non ha la ben che minima importanza, il
contenuto storico non è pervenuto e la vicenda si dirama in modo
troppo didascalico ( sequenzialità elementare e prevedibile).
Gli
attori sono stati abbastanza convincenti. Andrew Garfield su tutti.
Ottima la sua interpretazione nei panni del "soldato senza
armi" Desmond Doss; di grande spessore emotivo e di
forte impatto morale. Il grosso difetto ( ma non è certo colpa
dell'attore) è che il personaggio è troppo "perfetto",
privo di spigolature o difetti, sempre impeccabile e mai in errore;
riesce sempre a fare la cosa giusta nel momento giusto... decisamente
troppo forzato e finto, anche perché sono proprio le piccole
imperfezioni e le piccole debolezze a far innamorare il pubblico di
un personaggio. Il suo "eroe biblico", però, nonostante
tutto funziona bene, anche grazie alla bravura di
Garfield.
Questa
tendenza all'assuefazione della realtà finalizzata
all'accrescimento, quasi maniacale, dell'epicità contenutistica, per
fortuna viene spesso soppiantata dalla spinta morale che
il film si porta sempre dietro. Una morale che non risulta fine a se
stessa, ma che riesce ad imporsi con grande profondità nel cuore
dello spettatore e a lanciare potenti messaggi, che non passano mai
in secondo piano e vengono sempre accompagnati da un'attenta analisi
dei personaggi. Nulla è mai campato per aria, tutto
viene sempre ben inquadrato all'interno della storia e per questo
ogni cosa mantiene la sua importanza. Nonostante l'invadente presenza
di insopportabili luoghi comuni e forzature, la spinta morale non
stona mai. Mi ha convinto molto soprattutto il modo in cui sono state
sviluppate le forti motivazioni che spingevano Doss a perseverare
nella sua battaglia, e l'evoluzione dei personaggi, che piano piano
si sono dovuti ricredere sulla straordinaria grandezza di
quel ragazzo. Da apprezzare anche, a mio avviso, il fatto che la
storia d'amore di Desmond funga solo da sfondo alla vicenda e che non
sia il fulcro di tutto il film. Ho apprezzato molto meno, invece, i
venti minuti filati di battaglia, forse un po' troppo pesanti, ma di
indubbio valore. Al di là degli errori, è un film che personalmente
mi è piaciuto molto, perché è riuscito a coinvolgermi pienamente
nella storia, senza concedermi troppo tempo per focalizzarmi su tutte
le imperfezioni. Ha il grande merito di raccontare un'incredibile
pagina della storia americana e di far conoscere un
personaggio che merita sicuramente molta attenzione. Consigliato.
-Ultimo
film di questa speciale rassegna è: Manchester by the sea di
Kenneth Lonergan, vincitore di due premi Oscar. Ecco i miei voti:
sceneggiatura:
8,5
fotografia:
8,5
regia:
8,5
interpretazione
degli attori: 9
trama:
7
ritmo:
6
Il
disarmante dramma di Lonergan non è sicuramente un film per
tutti. E' un film tremendamente difficile e
irrimediabilmente devastante; non lascia mai uno
spiraglio di luce in fondo al tunnel. E' un film che con estrema
delicatezza cerca di viaggiare attraverso l'anima dei suoi
personaggi, e la sua intimità è sconcertante. I silenzi, gli
sguardi, i gesti... le emozioni opprimenti, ma mai esternate... tutto
viene sublimato in un'enigmatica dimensione parallela alla realtà,
dove tutto diventa superfluo, dove tutto diventa nulla e nulla può
diventare tutto. Questo apparente annichilimento delle realtà non
lascia riparo dalla sofferenza e accentua la tragicità della
vicenda. Forse è tutto troppo... deprimente, ma secondo me questo
è un capolavoro. Un capolavoro che con poco riesce a trasmettere
tantissimo. Un film che finalmente si disinteressa completamente
dall'emotività patetica del cinema contemporaneo e che riesce ad
affrontare la spietata tragicità della vita con una dignità
straordinaria e una potenza che toglie il fiato. L'arte
della rarefazione e della morigeratezza messe al servizio di una
struggente emotività... quasi un paradosso, ma ha funzionato. Mi
è piaciuto tutto: la regia è meravigliosa, la sceneggiatura è
geniale, gli attori sono in stato di grazia e il contenuto è di
grande impatto. Unico neo è un ritmo abbastanza lento, che a
qualcuno potrebbe dar fastidio, ma che è inevitabile. Una storia
così non può essere raccontata freneticamente, e il ritmo è
perfettamente in linea con tutto il resto.
Forse,
però, almeno un flebile bagliore di speranza ce lo avrebbero dovuto
concedere... nella vita c'è sempre bisogno di un motivo per andare
avanti e non mollare...
Secondo
me è un film che comunque merita assolutamente di essere
guardato. E' sicuramente molto discutibile e non adatto a tutti, ma è
un film che riesce finalmente a distaccarsi da tutto il resto e a
mostrarsi, senza paura, nella sua estrema
fragilità.
Vi invito inoltre a leggere la mia recensione: a chi non lo
avesse ancora visto per farsi un idea, e a quelli che lo hanno già
visto per confrontarsi con me. Eccola qui: http://lapinacotecadeisogni.blogspot.it/2017/03/recensione-di-manchester-by-sea.html
Bene,
siamo giunti al termine del nostro viaggio. Io vi ringrazio per
essere arrivati fino alla fine e vi do appuntamento al prossimo
articolo. Buon cinema a tutti.