Cerca nel blog

giovedì 16 marzo 2017

I FANTASTICI QUATTRO

Posso affermare con grande soddisfazione che nell'ultimo periodo il blog ha ottenuto un buon incremento di visualizzazioni e la cosa mi stimola molto ad andare avanti sempre al meglio. Dopo un mese di quasi totale inattività, in cui avevo quasi perso la voglia, sono tornato a scrivere; prima sui Premi Oscar e poi sui David di Donatello, trovando un ottimo riscontro di lettori. Adesso però mi sento in dovere di recuperare in qualche modo quel mese perso, anche perché proprio in quel periodo sono usciti molti dei film che hanno trionfato agli Oscar e che meritano quindi una maggior attenzione. Non posso far finta di nulla.


In questo articolo allora torneremo indietro di qualche settimana e parleremo di questi grandi protagonisti del panorama cinematografico. Per non discriminare nessuno ho voluto adottare un metodo oggettivo: parleremo dei film che hanno vinto almeno due Oscar. I fantastici quattro che incontreremo sono: La la land, Moonlight, Manchester by the sea e La battaglia di Hacksaw Ridge.


-Partiamo con l'assoluto vincitore di questa edizione: La la land, che con le sue sei statuette merita di aprire le danze. L'acclamato musical di Damien Chazelle ha convinto critica e pubblico, c'è chi però non riesce proprio a digerirlo. A me è piaciuto molto. Ecco i miei voti.


Risultati immagini per la la landsceneggiatura: 8
fotografia: 9
regia: 9,5
interpretazione degli attori: 8
trama: 7
ritmo: 6

Film tecnicamente di alto valore; Chazelle è straordinario e ci offre una regia magica, raffinata e dalle meravigliose sfumature poetiche d'altri tempi. Il suo stile unisce freschezza e dinamicità con una delicata eleganza e un grande rispetto verso il cinema del passato. La sua maestria è evidente in ogni sequenza del film, ad ogni cambio inquadratura, e non è mai banale. Ben riuscite anche le parti prettamente dedicate al musical, che sono decisamente una minoranza, rivelatesi molto efficaci, di grande impatto e di pregevole fattura. Devo però ammettere che la sceneggiatura non è impeccabile come la regia, qualche errore l'ha commesso, soprattutto nella costruzione della trama che talvolta si perde in se stessa e si dimentica di chiarire alcuni passaggi e altre si addormenta in scene superflue e fin troppo dettagliate; questo va ad intaccare la fluidità del ritmo, che, a mio avviso, è decisamente scostante: il film non annoia, ma in diversi punti perde di intensità e di efficacia narrativa, elementi che compromettono una godibilità più completa. La sceneggiatura è comunque molto godibile e sviluppa bene la storia e i personaggi, offrendoci una commedia musicale romantica, innovativa ed emozionante. 
Sono ottime le interpretazioni di Emma Stone e Ryan Gosling, applaudite a livello globale. Molto empatici, tra di loro e con il pubblico; molto credibili e soprattutto molto bravi. La performance della Stone, a mio avviso, è nettamente superiore rispetto a quella del suo partner, ma anche lui ha saputo difendersi bene. Riescono a lasciare una loro forte impronta sui personaggi, che funzionano a meraviglia dall'inizio alla fine. 
E' un film che rispolvera egregiamente un genere tanto caro al passato come quello del musical, e lo fa senza cadere nella mediocrità o nell'imitazione, ma regalandoci un grande spettacolo e una bella storia. E' un film dai tratti fiabeschi, che omaggia il cinema d'altri tempi mantenendo sempre la sua modernità. E' un film che si racconta con il cuore e che riesce ad emozionare, ma che non perde mai la sua cura al dettaglio. E' un film di alto valore che merita di essere visto; anche se il musical non è un genere per tutti, La la land riesce a superare questo limite.

Ma c'è una domanda che tutti ci siamo posti: è veramente Ryan Gosling a suonare il pianoforte? La risposta è si! Gosling si è applicato molto per evitare di ricorrere ad una controfigura e ha studiato intensamente pianoforte per mesi (precisamente quattro ore al giorno per tre mesi), riuscendo a girare in autonomia le sequenze al piano. Chiaramente la musica che sentiamo nel film non è suonata veramente dall'attore, ma registrata dal pianista Randy Kerber, però è da apprezzare il grande impegno di Gosling, che non ha cercato scorciatoie.


Risultati immagini per moonlight-Secondo film più premiato: "Moonlight" di Barry Jenkins, che si è portato a casa (con sorpresa finale) tre Oscar su ben otto nomination. Ecco i miei voti:

sceneggiatura: 7
fotografia: 9
regia: 7
interpretazione degli attori: 9
trama: 8
ritmo: 7

Capolavoro... sfiorato. I presupposti c'erano tutti: tematiche di altissimo spessore, un ottimo cast, la rivincita del cinema afro-americano, un regista e sceneggiatore molto promettente... ma purtroppo alcuni errori sono stati commessi e hanno in parte compromesso il risultato finale, che è comunque eccellente. 
Partiamo, infatti, col dire che è un ottimo film, un gioiellino: Jenkins non delude e offre una regia di alto livello. Perfetta l'intesa con il direttore della fotografia, grazie alla quale sono riusciti a dar vita ad una Miami diversa dal solito, lontana dagli eccessi della sua mondanità ( già vista e rivista), e ci hanno mostrato la città nelle sue sfumature più nostalgiche, crepuscolari e poetiche. Di grande impatto e molto in sintonia con la storia. In sintonia perché le ombre nascoste di questa insolita Miami si uniscono alle ombre nascoste dei personaggi e della trama. E questa alchimia funziona a meraviglia, riuscendo a regalare una grande intensità emotiva a tutto il film. Dal punto di vista contenutistico, poi, troviamo un'ottima sceneggiatura, che sviluppa accuratamente una storia molto difficile e tormentata; caratterizza bene i suoi personaggi ( e non solo i protagonisti, cosa assai rara), che durante il film affrontano un percorso di maturazione, intenso e spietato. Potremmo quindi definirlo un film di formazione, perché accompagna lo spettatore, con garbo, ma allo stesso tempo con grande durezza, attraverso un travagliato cammino di evoluzione, e gli trasmette una forte empatia con i protagonisti. Questo anche grazie alle straordinarie interpretazioni di tutti gli attori: Mahershala Ali e Naomie Harris su tutti; incantevoli. La grossa pecca, però ( e lo dico con profondo rammarico), è che spesso e volentieri il film cade in deleteri luoghi comuni, in facili trappole moraliste e in fastidiosi cliché. E' soprattutto questo che non gli consente di arrivare ad essere considerato un vero capolavoro: la tendenza allo stereotipo e al "già visto". Bisogna dire che è comunque tutto magistralmente studiato e ben inserito nel tessuto narrativo, senza sbavature o forzature, ma è pur sempre una caratteristica molto discutibile, che appesantisce le ambizioni di questo film e non riesce a fargli spiccare completamente il volo. Storia comunque molto interessante, potente e delicatamente violenta. Film che al di là di alcuni grossi limiti, riesce a far emozionare e riflettere

-Passiamo adesso al film di Mel Gibson, vincitore di due statuette: La battaglia di Hacksaw Ridge. Ecco i miei voti:
Risultati immagini per la battaglia di hacksaw ridge
sceneggiatura: 6,5
fotografia: 8
regia: 8
interpretazione degli attori: 7,5
trama: 7
ritmo: 7

Mel Gibson ci regala un gran bel film: ben strutturato e tecnicamente perfetto
La sua regia è molto buona. Riesce sempre ad essere dinamica e incisiva, non perde di ritmo e di spettacolarità. Meravigliose le inquadrature a campo lungo e lunghissimo, che mostrano bene le varie ambientazioni del film, e ben ponderato l'uso dei primi piani e dei primissimi piani, finalizzati ad aumentare il livello emotivo dell'azione scenica. Gibson molto abile, ma forse un po' troppo tradizionalista... non osa mai più di tanto. 
Sceneggiatura dai due volti: da una parte mantiene una grande intensità narrativa, che non si perde mai durante il percorso, e soprattutto riesce bene a sviluppare la storia senza affossarla nel patetismo o nella sterile retorica; dall'altro, però, troviamo una narrazione spesso stucchevole, ad altissimo contenuto di cliché e infarcita di luoghi comuni, e uno sviluppo dei personaggi appena abbozzato. E' quindi un film sulla carata molto potente, che però troppo spesso cade nella mediocrità. Se Gibson tecnicamente ci regala un'ottimo spettacolo, a livello di contenuti rimane inaspettatamente troppo misurato
Oltre a non sviluppare nessun personaggio, al di là del protagonista, non si preoccupa nemmeno di contestualizzare la vicenda narrata: la tremenda vita da trincea non ha la ben che minima importanza, il contenuto storico non è pervenuto e la vicenda si dirama in modo troppo didascalico ( sequenzialità elementare e prevedibile). 
Gli attori sono stati abbastanza convincenti. Andrew Garfield su tutti. Ottima la sua interpretazione nei panni del "soldato senza armi" Desmond Doss; di grande spessore emotivo e di forte impatto morale. Il grosso difetto ( ma non è certo colpa dell'attore) è che il personaggio è troppo "perfetto", privo di spigolature o difetti, sempre impeccabile e mai in errore; riesce sempre a fare la cosa giusta nel momento giusto... decisamente troppo forzato e finto, anche perché sono proprio le piccole imperfezioni e le piccole debolezze a far innamorare il pubblico di un personaggio. Il suo "eroe biblico", però, nonostante tutto funziona bene, anche grazie alla bravura di Garfield. 
Questa tendenza all'assuefazione della realtà finalizzata all'accrescimento, quasi maniacale, dell'epicità contenutistica, per fortuna viene spesso soppiantata dalla spinta morale che il film si porta sempre dietro. Una morale che non risulta fine a se stessa, ma che riesce ad imporsi con grande profondità nel cuore dello spettatore e a lanciare potenti messaggi, che non passano mai in secondo piano e vengono sempre accompagnati da un'attenta analisi dei personaggi. Nulla è mai campato per aria, tutto viene sempre ben inquadrato all'interno della storia e per questo ogni cosa mantiene la sua importanza. Nonostante l'invadente presenza di insopportabili luoghi comuni e forzature, la spinta morale non stona mai. Mi ha convinto molto soprattutto il modo in cui sono state sviluppate le forti motivazioni che spingevano Doss a perseverare nella sua battaglia, e l'evoluzione dei personaggi, che piano piano si sono dovuti ricredere sulla straordinaria grandezza di quel ragazzo. Da apprezzare anche, a mio avviso, il fatto che la storia d'amore di Desmond funga solo da sfondo alla vicenda e che non sia il fulcro di tutto il film. Ho apprezzato molto meno, invece, i venti minuti filati di battaglia, forse un po' troppo pesanti, ma di indubbio valore. Al di là degli errori, è un film che personalmente mi è piaciuto molto, perché è riuscito a coinvolgermi pienamente nella storia, senza concedermi troppo tempo per focalizzarmi su tutte le imperfezioni. Ha il grande merito di raccontare un'incredibile pagina della storia americana e di far conoscere un personaggio che merita sicuramente molta attenzione. Consigliato.

-Ultimo film di questa speciale rassegna è: Manchester by the sea di Kenneth Lonergan, vincitore di due premi Oscar. Ecco i miei voti:

sceneggiatura: 8,5
fotografia: 8,5
regia: 8,5
interpretazione degli attori: 9
trama: 7
ritmo: 6

Il disarmante dramma di Lonergan non è sicuramente un film per tutti. E' un film tremendamente difficile e irrimediabilmente devastante; non lascia mai uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. E' un film che con estrema delicatezza cerca di viaggiare attraverso l'anima dei suoi personaggi, e la sua intimità è sconcertante. I silenzi, gli sguardi, i gesti... le emozioni opprimenti, ma mai esternate... tutto viene sublimato in un'enigmatica dimensione parallela alla realtà, dove tutto diventa superfluo, dove tutto diventa nulla e nulla può diventare tutto. Questo apparente annichilimento delle realtà non lascia riparo dalla sofferenza e accentua la tragicità della vicenda. Forse è tutto troppo... deprimente, ma secondo me questo è un capolavoro. Un capolavoro che con poco riesce a trasmettere tantissimo. Un film che finalmente si disinteressa completamente dall'emotività patetica del cinema contemporaneo e che riesce ad affrontare la spietata tragicità della vita con una dignità straordinaria e una potenza che toglie il fiato. L'arte della rarefazione e della morigeratezza messe al servizio di una struggente emotività... quasi un paradosso, ma ha funzionato. Mi è piaciuto tutto: la regia è meravigliosa, la sceneggiatura è geniale, gli attori sono in stato di grazia e il contenuto è di grande impatto. Unico neo è un ritmo abbastanza lento, che a qualcuno potrebbe dar fastidio, ma che è inevitabile. Una storia così non può essere raccontata freneticamente, e il ritmo è perfettamente in linea con tutto il resto.
Forse, però, almeno un flebile bagliore di speranza ce lo avrebbero dovuto concedere... nella vita c'è sempre bisogno di un motivo per andare avanti e non mollare... 
Secondo me è un film che comunque  merita assolutamente di essere guardato. E' sicuramente molto discutibile e non adatto a tutti, ma è un film che riesce finalmente a distaccarsi da tutto il resto e a mostrarsi, senza paura, nella sua estrema fragilità.  Vi invito inoltre a leggere la mia recensione: a chi non lo avesse ancora visto per farsi un idea, e a quelli che lo hanno già visto per confrontarsi con me. Eccola qui: http://lapinacotecadeisogni.blogspot.it/2017/03/recensione-di-manchester-by-sea.html

Bene, siamo giunti al termine del nostro viaggio. Io vi ringrazio per essere arrivati fino alla fine e vi do appuntamento al prossimo articolo. Buon cinema a tutti





Nessun commento:

Posta un commento