FUGA
DA REUMA PARK di Aldo, Giovanni e Giacomo
sceneggiatura:
6
fotografia:
5
regia: 6
interpretazione
degli attori: 7
trama:
4
ritmo:
6
Dopo 25 anni di collaborazione e 9 film (più i due tratti dagli spettacoli) Aldo, Giovanni e Giacomo tornano sul grande schermo con un film celebrativo della loro carriera. I protagonisti, infatti, sono loro da vecchi che si rincontrano casualmente al Reuma Park, una sorta di casa di riposo per anziani improvvisata in un Luna Park dismesso di Milano. I tre sono ormai acciaccati, rintontiti e smemorati, ma non hanno perso quella verve che li ha resi celebri e decidono di architettare la loro fuga.
Ecco,
il film è riassumibile tranquillamente in sole tre righe, perché la
trama è veramente povera di contenuti. Consequenzialità degli
eventi banale, dinamicità debole, colpi di scena inesistenti,
suspance non pervenuta, intreccio narrativo elementare e lacunoso.
Aggiungiamo
poi scelte registiche discutibili, una fotografia a tratti
imbarazzante e cali di stile palesi e frequenti... beh il film assume
una dimensione catastrofica. Ma per fortuna non è proprio così;
adesso cerchiamo di salvare il salvabile.
Per
prima cosa Aldo, Giovanni e Giacomo si destreggiano sempre con grande
professionalità e bravura. Non perdono mai la loro impareggiabile
complicità, i loro meravigliosi tempi comici e la loro eccezionale
capacità di movimento. Come si suol dire a teatro “riempiono la
scena”, anche nei panni di tre vecchietti pieni di acciacchi
mantengono quella fluidità e quel dinamismo di movimento tipico
della loro comicità mimica.
Altro
punto molto apprezzabile, soprattutto per i veri fan, sono i continui
richiami ai loro sketch storici e ai loro personaggi più celebri
come Nico e il nonno; Gerva, Rezzonico e il polizziotto; i bulgari;
Johnny Glamour; Tafazzi; il conte Dracula; Pdor e i suoi prescelti,
che compaiono nel film talvolta alla rinfusa, talvolta in maniera
impeccabile. Sicuramente una bella trovata per riapprezzare dei loro
intramontabili classici e per celebrare i loro 25 anni di carriera.
Bisogna
poi aggiungere che il film va inteso come una sorta di viaggio nel
magico mondo di Aldo, Giovanni e Giacomo e non ambientato nel nostro
mondo. È quindi una dimensione dove tutto può accadere senza
bisogno di spiegazioni troppo razionali o di voli pindarici per
capire a tutti i costi ogni minimo dettaglio. È un mondo tutto loro,
dai tratti quasi fiabeschi e governato dalla fantasia. E forse
proprio per questo motivo alcune scelte di regia, di montaggio e di
fotografia risultano essere alquanto bizzarre: semplicemente perché
volevano creare l'effetto di un film inverosimile, ai limiti del
surreale e sempre accompagnato da un velo, nemmeno tanto sottile, di
giocosità al limite tra il teatro dell'assurdo e il cartone animato.
Il
loro obbiettivo non era dar vita ad un film stilisticamente valido,
ma ad una storia ambientata in un mondo fantastico; un'altalena tra realtà e sogno.
E
in questo senso il loro risultato è sicuramente positivo.
Non
sarà certo un capolavoro paragonabile per esempio a “Tre uomini e
una gamba” o “Chiedimi se sono felice”, ma francamente ritengo
che sia sbagliato e inappropriato paragonare un film ad un altro.
Ogni film e ogni storia, vivono una vita a se stante e non possono
essere giudicati sullo stesso piano. Non sarà il loro miglior
lavoro, ma questo non deve essere un motivo discriminante o un
appiglio per denigrarlo; è semplicemente una banale constatazione da
fare con gli amici, ma non porta nulla con sé, è un commento
sterile e privo di argomentazione. Se un film non piace si possono
trovare mille motivi e altrettanti difetti per criticarlo. La
banalità non è una pratica da perseverare.
Il
film è tutto sommato godibile, non encomiabile, ma nemmeno
completamente deplorevole. Se non siete convinti non andate a
spendere 6 € di biglietto, potete tranquillamente aspettare che lo
diano in televisione e godervelo gratis sul vostro divano.
VOTO 5,5
(Forse avrei potuto assegnare mezzo voto in meno, ma loro tre sono troppo forti)
(Forse avrei potuto assegnare mezzo voto in meno, ma loro tre sono troppo forti)
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