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venerdì 30 dicembre 2016

RECENSIONE di FUGA DA REUMA PARK

 FUGA DA REUMA PARK di Aldo, Giovanni e Giacomo

sceneggiatura: 6
fotografia: 5
regia: 6
interpretazione degli attori: 7
trama: 4
ritmo: 6

Dopo 25 anni di collaborazione e 9 film (più i due tratti dagli spettacoli) Aldo, Giovanni e Giacomo tornano sul grande schermo con un film celebrativo della loro carriera. I protagonisti, infatti, sono loro da vecchi che si rincontrano casualmente al Reuma Park, una sorta di casa di riposo per anziani improvvisata in un Luna Park dismesso di Milano. I tre sono ormai acciaccati, rintontiti e smemorati, ma non hanno perso quella verve che li ha resi celebri e decidono di architettare la loro fuga.
Ecco, il film è riassumibile tranquillamente in sole tre righe, perché la trama è veramente povera di contenuti. Consequenzialità degli eventi banale, dinamicità debole, colpi di scena inesistenti, suspance non pervenuta, intreccio narrativo elementare e lacunoso.

Aggiungiamo poi scelte registiche discutibili, una fotografia a tratti imbarazzante e cali di stile palesi e frequenti... beh il film assume una dimensione catastrofica. Ma per fortuna non è proprio così; adesso cerchiamo di salvare il salvabile.

Per prima cosa Aldo, Giovanni e Giacomo si destreggiano sempre con grande professionalità e bravura. Non perdono mai la loro impareggiabile complicità, i loro meravigliosi tempi comici e la loro eccezionale capacità di movimento. Come si suol dire a teatro “riempiono la scena”, anche nei panni di tre vecchietti pieni di acciacchi mantengono quella fluidità e quel dinamismo di movimento tipico della loro comicità mimica.
Altro punto molto apprezzabile, soprattutto per i veri fan, sono i continui richiami ai loro sketch storici e ai loro personaggi più celebri come Nico e il nonno; Gerva, Rezzonico e il polizziotto; i bulgari; Johnny Glamour; Tafazzi; il conte Dracula; Pdor e i suoi prescelti, che compaiono nel film talvolta alla rinfusa, talvolta in maniera impeccabile. Sicuramente una bella trovata per riapprezzare dei loro intramontabili classici e per celebrare i loro 25 anni di carriera.
Bisogna poi aggiungere che il film va inteso come una sorta di viaggio nel magico mondo di Aldo, Giovanni e Giacomo e non ambientato nel nostro mondo. È quindi una dimensione dove tutto può accadere senza bisogno di spiegazioni troppo razionali o di voli pindarici per capire a tutti i costi ogni minimo dettaglio. È un mondo tutto loro, dai tratti quasi fiabeschi e governato dalla fantasia. E forse proprio per questo motivo alcune scelte di regia, di montaggio e di fotografia risultano essere alquanto bizzarre: semplicemente perché volevano creare l'effetto di un film inverosimile, ai limiti del surreale e sempre accompagnato da un velo, nemmeno tanto sottile, di giocosità al limite tra il teatro dell'assurdo e il cartone animato.

Il loro obbiettivo non era dar vita ad un film stilisticamente valido, ma ad una storia ambientata in un mondo fantastico; un'altalena tra realtà e sogno.  
E in questo senso il loro risultato è sicuramente positivo.

Non sarà certo un capolavoro paragonabile per esempio a “Tre uomini e una gamba” o “Chiedimi se sono felice”, ma francamente ritengo che sia sbagliato e inappropriato paragonare un film ad un altro. Ogni film e ogni storia, vivono una vita a se stante e non possono essere giudicati sullo stesso piano. Non sarà il loro miglior lavoro, ma questo non deve essere un motivo discriminante o un appiglio per denigrarlo; è semplicemente una banale constatazione da fare con gli amici, ma non porta nulla con sé, è un commento sterile e privo di argomentazione. Se un film non piace si possono trovare mille motivi e altrettanti difetti per criticarlo. La banalità non è una pratica da perseverare.

Il film è tutto sommato godibile, non encomiabile, ma nemmeno completamente deplorevole. Se non siete convinti non andate a spendere 6 € di biglietto, potete tranquillamente aspettare che lo diano in televisione e godervelo gratis sul vostro divano. 


VOTO 5,5 

(Forse avrei potuto assegnare mezzo voto in meno, ma loro tre sono troppo forti)

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