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domenica 8 gennaio 2017

RECENSIONE di "LA TEORIA DEL TUTTO"

LA TEORIA DEL TUTTO di James Marsh

sceneggiatura: 9
fotografia: 8
regia: 9
interpretazione degli attori: 9
trama: 8
ritmo: 8

Oggi compie 74 anni uno dei più celebri e importanti uomini di scienza del mondo: Stephen Hawking. Un uomo che ha affrontato una tremenda malattia senza mai perdere la speranza e senza mai abbandonare la sua missione: scoprire la teoria del tutto. Questa recensione del film a lui dedicato è il mio piccolo omaggio ad un grande esempio per l'intera umanità.


La teoria del tutto (The Theory of Everything) è un adattamento cinematografico, uscito nel 2014, della biografia “Verso l'infinito” scritta da Jane Wilde Hawking, prima moglie di Stephen Hawking, che racconta la vita del celebre fisico, concentrandosi prevalentemente sulla loro intensa storia d'amore.

Londra, 1963. Il giovane, e già promettente, Stephen Hawking studia all'Università di Cambridge per ottenere il dottorato in fisica, e per questo sta cercando di trovare un'equazione unificatrice per spiegare la nascita dell'universo e conoscere come esso doveva essere all'alba dei tempi. Ad una festa universitaria incontra una bella ragazza, Jane, studentessa di lettere, e tra i due nasce subito un grande interesse e una particolare sintonia. Da qui comincia l'incredibile l'avventura di questi due giovani innamorati, che ancora non immaginano nemmeno cosa gli abbia riservato il destino.

Il film non si concentra sulle speculazioni scientifiche o sulle geniali intuizioni di Hawking come fisico e cosmologo ( pur accennandole), ma racconta la straordinaria storia d'amore tra lui e Jane, proponendo un'angolazione alternativa e nascosta della sua vita. Ciò che traspare dal film non è quindi solo la grandezza e la genialità dello scienziato, ma anche l'amore e la forza dell'uomo. Un uomo che a soli 22 anni era già malato di una grave patologia degenerativa dei motoneuroni, ed è riuscito comunque a non arrendersi mai e a combattere sempre con coraggio e determinazione la sua battaglia, anche sapendo di non avere alcuna speranza di vittoria. Ma le sue vittorie le otteneva giorno dopo giorno, ricerca dopo ricerca... le otteneva guardando negli occhi i suoi tre figli... le otteneva nell'amore di sua moglie, le otteneva sentendo la stima e l'ammirazione di tutto il mondo... le otteneva vivendo. Sì, perché a 23 anni la sua aspettativa di vita secondo i medici era di soli altri due anni, ma Stephen Hawking oggi è ancora vivo e continua a vincere le sue battaglie quotidiane.

Dal film si percepisce tutta questa forza, forse anche a discapito della sua strabiliante genialità, e si viene travolti da un intensità emotiva difficile da controllare. È una storia che coinvolge il cuore e la mente e che non lascia mai un attimo di tregua. 

Passando al punto di vista tecnico, è un film davvero ben fatto. La regia è ottima ( è stato anche candidato agli Oscar come miglior film). James Marsh ci offre uno splendido spettacolo, elegante e raffinato. Non perde mai di stile e riesce sempre a mantenere una grande tensione emotiva con azzeccate scelte registiche. La sua direzione risalta moltissimo la forte componente sentimentale e conferisce al film le sue meravigliose sfumature, talvolta poetiche, talvolta pesantemente drammatiche. Bisogna però dire che il regista non si prende mai la responsabilità di distaccarsi troppo dalle consolidate caratteristiche del genere. Si affida spesso " all'usato sicuro", ma lo fa comunque con buona maestria senza perdere la sua classe e non sfigura mai.
Ottima è anche la sceneggiatura tratta dalla biografia. Non è certo del tutto fedele al libro, ma si sa che al cinema la realtà viene spesso posta in secondo piano rispetto alla spettacolarità. Per esempio la figura di Stephen nel film è molto più dolce rispetto a quanto viene descritto dalla moglie, e alcune scene, non citate nella biografia, sono state aggiunte per arricchire la trama. Sono comunque scelte che non incidono negativamente sul film, anzi, sono scelte che vanno a completare la costruzione di una storia che non vuole raccontare la realtà effettiva, ma quella romanzata. Sicuramente una caratteristica molto discutibile, ma senza dubbio sempre coerente dall'inizio alla fine. Aggiunte a parte, la sceneggiatura è molto brillante, dinamica e incisiva. Riesce a mantenere un ritmo fluido e scorrevole, pur raccontando una storia molto tormentata; riesce a non banalizzare mai i sentimenti dei protagonisti e la tragicità degli avvenimenti, evitando di sfociare nel melodramma fine a se stesso. Affronta quindi la vicenda con il giusto rispetto, offrendo numerosi spunti di riflessione e dei potenti messaggi di coraggio, determinazione, passione...amore... e vita.

Impeccabili, invece, sono le interpretazioni dei protagonisti. Eddie Redmayne nei panni di Stephen Hawking è formidabile. La sua performance lascia quasi senza parole. Un ruolo difficilissimo, affrontato con una prova sublime. Interpretazione delicata, intensa, coinvolgente, carismatica, struggente... senza dubbio credibile ed emozionante. Unica pecca, non certo per colpa sua, è il fatto che il personaggio sia molto costruito su misura per il film e non sempre rispecchia il vero Hawking. Ma l'impeccabile Redmayne è riuscito a calarsi profondamente nel ruolo e non ci fa mai dubitare che quella non sia la realtà effettiva; è riuscito, tra l'altro, anche a vincere l'Oscar come miglio attore protagonista. 
Non è da meno Felicity Jones, che ci regala una Jane Hawking meravigliosa. Anche per questo ruolo sicuramente sarà stata usata una buona dose di finzione, ma il personaggio è ugualmente credibile. La Jones riesce sempre a mantenere alta la tensione del suo personaggio e non cade mai nella facile trappola del dramma strappa lacrime. Interpreta benissimo la forza di questa donna e l'immenso amore che provava per suo marito. Un amore tanto forte, quanto difficile. Un amore che l'ha portata quasi ad annullarsi come donna e a vivere per tanti anni in esclusiva dedizione verso Stephen. Un amore così profondo, il loro, che li ha uniti anche nel momento della definitiva divisione, quando, per amore l'uno dell'altro, scelsero di allontanarsi. La situazione era ormai diventata insostenibile e allora decisero di intraprendere due percorsi diversi, ma sempre unite da un grande legame.

Un film che fa bene all'anima; che regala un bellissimo viaggio alla scoperta di una storia intensa e potente come poche altre. Un film emozionante, non per la sua tragicità, ma per la sua incredibile forza. Un film che racconta la “condanna a Morte” di un uomo a causa di una terribile malattia, ma che si rivela un efficace inno alla Vita. Non esiste morte laddove esistono passione, immaginazione e desiderio... non esiste morte laddove si continua a credere e a lottare per il proprio diritto alla vita.

Per quanto la vita possa sembrare cattiva, c'è sempre qualcosa che si può fare. Finché c'è vita, c'è speranza”. S.H

VOTO 9






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