COLLATERAL
BEAUTY di David Frankel
sceneggiatura: 8
fotografia:
8
regia:
9
interpretazione
degli attori: 9
trama:
5
ritmo: 7
Un
film molto atteso, gravato da un pesante carico di aspettative.
Un
trailer meraviglioso ha, infatti, incrementato enormemente la fiducia
verso questa pellicola, e un cast stellare ha sicuramente contribuito
ad aumentarla.Un
trailer che però ha forse svelato troppo... quasi tutto in realtà.
Collateral
beauty è un film che al primo impatto stordisce, commuove, coinvolge
ed emoziona, dall'inizio alla fine. Un film che fa bene all'anima;
che ti trasporta in un'altra dimensione, dove non ti accorgi più di
nulla, perché sei magicamente rapito dalla sua forza emotiva e dalla
sua fragile delicatezza. Un film poetico, fiabesco... struggente e
tremendamente intenso. Un film che viaggia prepotentemente nello
spietato mondo delle emozioni umane, senza mai farsi risucchiare
mortalmente nell'odioso turbinio della banalità e del
sentimentalismo gratuito.
La
sceneggiatura è davvero ben fatta e, nonostante qualche imperfezione, riesce sempre a risultare
impeccabile e a non perdere mai di stile. Difetti però ce ne sono; sembra impeccabile... ma non lo è affatto ( per lunghi tratti avrebbe meritato 10, altri molto meno). Per esempio alcuni pericolosi buchi nella trama sono evidenti:
la storia si incentra sul personaggio di Howard (interpretato da Will
Smith), un uomo completamente distrutto dalla perdita della figlia
Olivia, di soli sei anni, morta per una grave malattia. Howard non
riesce più a vivere, si lascia passare la vita addosso senza più
essere in grado di gestirla. È
quasi in uno stato catatonico, incapace di reagire e annientato dalla
disperazione. Nulla ha più importanza, nemmeno la sua società, che
però senza di lui è spacciata. Allora i suoi soci, nonché amici,
escogitano un piano per cercare di salvare una situazione diventata
ormai insostenibile ( un piano troppo costruito, troppo complicato, utile solo ai fini della storia, ma per niente realistico).
Da
questo momento il film comincia ad entrare nel vivo e il tessuto
narrativo diventa sempre più complesso ed interessante ( o per lo meno ci prova). Iniziano ad
aprirsi sempre nuove svolte, nuove sfumature... il problema è che
queste svolte se le sono dimenticate aperte, perché nessuno le ha
più chiuse. Vengono lasciate in sospeso troppe cose, troppi elementi
gettati in secondo piano, quando invece erano stati posti in risalto
solo poche scene prima. Un po di confusione dovuta forse alle grandi
ambizioni del film è comprensibile, però degli otto personaggi
principali della storia ne vengono sviluppati adeguatamente solo due.
Questo non è accettabile, anche perché tutti e otto hanno una
grande potenza e instaurano un'incredibile empatia con lo spettatore... un grandissimo punto di forza diventa quindi un grave difetto.
In
questo quindi si percepisce la mancanza di una grossa parte della
storia, trascurata e messa da parte, ma questo film ha la straordinaria capacità di farti
dimenticare tutto. Durante la proiezione si riesce solo a percepire
la sua straordinaria bellezza e la sua forte intensità emotiva; solo
dopo, a mente fredda, è possibile cominciare a ragionare
razionalmente. Non sembra una cosa possibile, ma è proprio questa la forza del film: riesce a catturarti il cuore e a tenerlo in ostaggio... e per
qualche bizzarro motivo senza il cuore nemmeno la mente riesce ad
essere lucida e si lascia trasportare. E poi la storia, buchi a parte, è parecchio coinvolgente.
Finito
questo magico effetto, però, gli errori si iniziano a percepire, ma sono
comunque equilibrati da tanti pregi: da una sceneggiatura solida e
raffinata, che tratta i sentimenti umani con grande classe e con
un'impeccabile delicatezza. Non è una sceneggiatura che sfocia nella
solita tragicità strappa lacrime, trita e ritrita senza il minimo
decoro e senza il dovuto rispetto, anzi, tratta l'amore, il tempo e
la morte ( i tre veri protagonisti del film) con un'encomiabile
profondità; non si affida alla prevedibilità, ma alla dignità della fragilità umana e
all'armonia della bellezza collaterale, scavando veramente a fondo delle emozioni e non si limita solo a stuzzicarle superficialmente.
Poi,
sicuramente, troviamo un ottima regia di David Frankel; sobria,
elegante e sempre molto attenta. Un giusto insieme di scelte
calcolate nei minimi dettagli e di scelte guidate dalle emozioni.
Forse l'elemento caratteristico di tutto il film.
Ma
ciò che gli ha permesso il vero salto di qualità sono state le
eccellenti interpretazioni di tutti gli attori. Will Smith, come al
solito nei ruoli tragici, calca molto la mano sulle lacrime, ma in questo caso non stona e riesce ad interpretare magistralmente il ruolo di Howard, di certo non facile dal punto di vista emotivo. Potrebbe essere in corsa per gli
Oscar. E se lo merita.
Ottima prova anche di Edward Norton, nei panni di Whit, che
dimostra, anzi, conferma ( forse un po' in ritardo) di essere un grande
attore; decisamente sottotono, invece, la bravissima Kate Winslet,
non per colpa sua perché è sempre impeccabile, ma a causa di una
parte che non spicca mai, che non si impone mai e rimane imprigionata
in una trama che non le rende giustizia. Lei però non delude.
Meravigliosa
Helen Mirren, a mio avviso la migliore. Una parte secondaria ma di
notevole importanza, interpretata con la sua straordinaria maestria.
Una delle migliori attrici in circolazione da anni, meriterebbe sempre una
candidatura agli Oscar. Sontuose anche le interpretazioni
di Michael Pena ( a mio avviso ancora troppo sottovalutato), Keira Knightley
( bella e brava) e il giovanissimo Jacob Latimore ( un'ottima
scommessa per ora vinta).
Questo
cast ha impreziosito la bellezza del film e lo ha reso indubbiamente
un capolavoro... mancato per poco.
Mancato
perché, oltre ai buchi nella trama e alla scarsa attenzione verso i
personaggi secondari, non ha un tessuto narrativo degno di un
capolavoro. L'ottima sceneggiatura che si vede per lunghi tratti
avrebbe meritato un eguale svolgimento per l'intero film, ma
purtroppo talvolta si perde e fatica a ritrovare la retta via. Ho
dato 5 alla trama proprio per questo: non perché non sia buona per
tutta la storia, ma perché in molti punti è troppo abbozzata e
approssimativa, e non è abbastanza ricca e completa per arrivare ad
una sufficienza.
Il
film però merita assolutamente di essere visto. È un film
“necessario”, opinabile, ma di grande impatto e spessore. Gli
errori forse sono dovuti alla maniacale attenzione con cui hanno
curato i messaggi da voler trasmettere; messaggi che diventano inni
alla bellezza e all'amore... messaggi rivolti al cuore di ognuno di
noi, da interpretare e da vivere giorno per giorno senza mai
dimenticarsene... messaggi di forza e speranza, che non devono
diventare sterile retorica, ma fertili concimi di vita... messaggi
che devono alimentare il fuoco di passione che ci tiene in vita,
senza mai farlo spegnere.
Ecco,
forse, alla luce di tutto questo... ogni errore di tecnica o di trama
passa per un attimo in secondo piano, e senza per forza sembrare
troppo sentimentalisti o sdolcinati, dovremmo guardarci più spesso
intorno e cercare di cogliere davvero la bellezza collaterale che
ci circonda.
VOTO
8
Nessun commento:
Posta un commento