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venerdì 6 gennaio 2017

RECENSIONE di COLLATERAL BEAUTY

COLLATERAL BEAUTY di David Frankel

sceneggiatura: 8
fotografia: 8
regia: 9
interpretazione degli attori: 9
trama: 5
ritmo: 7

Un film molto atteso, gravato da un pesante carico di aspettative.
Un trailer meraviglioso ha, infatti, incrementato enormemente la fiducia verso questa pellicola, e un cast stellare ha sicuramente contribuito ad aumentarla.Un trailer che però ha forse svelato troppo... quasi tutto in realtà.


Collateral beauty è un film che al primo impatto stordisce, commuove, coinvolge ed emoziona, dall'inizio alla fine. Un film che fa bene all'anima; che ti trasporta in un'altra dimensione, dove non ti accorgi più di nulla, perché sei magicamente rapito dalla sua forza emotiva e dalla sua fragile delicatezza. Un film poetico, fiabesco... struggente e tremendamente intenso. Un film che viaggia prepotentemente nello spietato mondo delle emozioni umane, senza mai farsi risucchiare mortalmente nell'odioso turbinio della banalità e del sentimentalismo gratuito.

La sceneggiatura è davvero ben fatta e, nonostante qualche imperfezione, riesce sempre a risultare impeccabile e a non perdere mai di stile. Difetti però ce ne sono; sembra impeccabile... ma non lo è affatto ( per lunghi tratti avrebbe meritato 10, altri molto meno). Per esempio alcuni pericolosi buchi nella trama sono evidenti: la storia si incentra sul personaggio di Howard (interpretato da Will Smith), un uomo completamente distrutto dalla perdita della figlia Olivia, di soli sei anni, morta per una grave malattia. Howard non riesce più a vivere, si lascia passare la vita addosso senza più essere in grado di gestirla. È quasi in uno stato catatonico, incapace di reagire e annientato dalla disperazione. Nulla ha più importanza, nemmeno la sua società, che però senza di lui è spacciata. Allora i suoi soci, nonché amici, escogitano un piano per cercare di salvare una situazione diventata ormai insostenibile ( un piano troppo costruito, troppo complicato, utile solo ai fini della storia, ma per niente realistico). 

Da questo momento il film comincia ad entrare nel vivo e il tessuto narrativo diventa sempre più complesso ed interessante ( o per lo meno ci prova). Iniziano ad aprirsi sempre nuove svolte, nuove sfumature... il problema è che queste svolte se le sono dimenticate aperte, perché nessuno le ha più chiuse. Vengono lasciate in sospeso troppe cose, troppi elementi gettati in secondo piano, quando invece erano stati posti in risalto solo poche scene prima. Un po di confusione dovuta forse alle grandi ambizioni del film è comprensibile, però degli otto personaggi principali della storia ne vengono sviluppati adeguatamente solo due. Questo non è accettabile, anche perché tutti e otto hanno una grande potenza e instaurano un'incredibile empatia con lo spettatore... un grandissimo punto di forza diventa quindi un grave difetto.

In questo quindi si percepisce la mancanza di una grossa parte della storia, trascurata e messa da parte, ma questo film ha la straordinaria capacità di farti dimenticare tutto. Durante la proiezione si riesce solo a percepire la sua straordinaria bellezza e la sua forte intensità emotiva; solo dopo, a mente fredda, è possibile cominciare a ragionare razionalmente. Non sembra una cosa possibile, ma è proprio questa la forza del film: riesce a catturarti il cuore e a tenerlo in ostaggio... e per qualche bizzarro motivo senza il cuore nemmeno la mente riesce ad essere lucida e si lascia trasportare. E poi la storia, buchi a parte, è parecchio coinvolgente. 

Finito questo magico effetto, però, gli errori si iniziano a percepire, ma sono comunque equilibrati da tanti pregi: da una sceneggiatura solida e raffinata, che tratta i sentimenti umani con grande classe e con un'impeccabile delicatezza. Non è una sceneggiatura che sfocia nella solita tragicità strappa lacrime, trita e ritrita senza il minimo decoro e senza il dovuto rispetto, anzi, tratta l'amore, il tempo e la morte ( i tre veri protagonisti del film) con un'encomiabile profondità; non si affida alla prevedibilità, ma alla dignità della fragilità umana e all'armonia della bellezza collaterale, scavando veramente a fondo delle emozioni e non si limita solo a stuzzicarle superficialmente.
Poi, sicuramente, troviamo un ottima regia di David Frankel; sobria, elegante e sempre molto attenta. Un giusto insieme di scelte calcolate nei minimi dettagli e di scelte guidate dalle emozioni. Forse l'elemento caratteristico di tutto il film.

Ma ciò che gli ha permesso il vero salto di qualità sono state le eccellenti interpretazioni di tutti gli attori. Will Smith, come al solito nei ruoli tragici, calca molto la mano sulle lacrime, ma in questo caso non stona e riesce ad interpretare magistralmente il ruolo di Howard, di certo non facile dal punto di vista emotivo. Potrebbe essere in corsa per gli Oscar. E se lo merita. 
Ottima prova anche di Edward Norton, nei panni di Whit, che dimostra, anzi, conferma ( forse un po' in ritardo) di essere un grande attore; decisamente sottotono, invece, la bravissima Kate Winslet, non per colpa sua perché è sempre impeccabile, ma a causa di una parte che non spicca mai, che non si impone mai e rimane imprigionata in una trama che non le rende giustizia. Lei però non delude. 
Meravigliosa Helen Mirren, a mio avviso la migliore. Una parte secondaria ma di notevole importanza, interpretata con la sua straordinaria maestria. Una delle migliori attrici in circolazione da anni, meriterebbe sempre una candidatura agli Oscar. Sontuose anche le interpretazioni di Michael Pena ( a mio avviso ancora troppo sottovalutato), Keira Knightley ( bella e brava) e il giovanissimo Jacob Latimore ( un'ottima scommessa per ora vinta).
Questo cast ha impreziosito la bellezza del film e lo ha reso indubbiamente un capolavoro... mancato per poco.

Mancato perché, oltre ai buchi nella trama e alla scarsa attenzione verso i personaggi secondari, non ha un tessuto narrativo degno di un capolavoro. L'ottima sceneggiatura che si vede per lunghi tratti avrebbe meritato un eguale svolgimento per l'intero film, ma purtroppo talvolta si perde e fatica a ritrovare la retta via. Ho dato 5 alla trama proprio per questo: non perché non sia buona per tutta la storia, ma perché in molti punti è troppo abbozzata e approssimativa, e non è abbastanza ricca e completa per arrivare ad una sufficienza.

Il film però merita assolutamente di essere visto. È un film “necessario”, opinabile, ma di grande impatto e spessore. Gli errori forse sono dovuti alla maniacale attenzione con cui hanno curato i messaggi da voler trasmettere; messaggi che diventano inni alla bellezza e all'amore... messaggi rivolti al cuore di ognuno di noi, da interpretare e da vivere giorno per giorno senza mai dimenticarsene... messaggi di forza e speranza, che non devono diventare sterile retorica, ma fertili concimi di vita... messaggi che devono alimentare il fuoco di passione che ci tiene in vita, senza mai farlo spegnere.

Ecco, forse, alla luce di tutto questo... ogni errore di tecnica o di trama passa per un attimo in secondo piano, e senza per forza sembrare troppo sentimentalisti o sdolcinati, dovremmo guardarci più spesso intorno e cercare di cogliere davvero la bellezza collaterale che ci circonda.

VOTO 8


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